Carla Gianotti al Salone del Libro di Torino 2021
Domenica 17 Ottobre "Salone Internazionale del Libro" Torino 2021.
Carla Gianottii, Astrolabio Ubaldini Editore, Roma ©2020.
Domenica 17 Ottobre 2021 Carla Gianotti sarà ospite insieme a Fabiola Palmieri al Salone Internazionale del Libro di Torino 2021 STAND P52, PAD. 3 per parlare di modelli spirituali femminili (donne di spiritualità, donne di illuminazione) nati percorrendo i diversi itinerari dei buddhismi contemporanei. I brevi racconti tradotto dall'originale tibetano di storie di esistenze straordinarie, segnate da fede, devozione e profondi conseguimenti spirituali, tali da permettere di tracciare l’immagine di un ascetismo buddhista coniugato anche al femminile.
Custodire, concepire. Il tempo e l'eccedenza (delle cose)
Dal 22 Luglio 2021 è finalmente in libreria e online il nuovo libro di Carla Gianotti "Custodire, concepire. Il tempo e l'eccedenza (delle cose)", Mimesis/Filosofie 2021.
In copertina: Anna Onesti, L’Aleph, 2000 (per gentile concessione).
Ogni giorno viviamo il passaggio tra due forme di tempo, il tempo cronologico, profano o lineare, e il tempo interiore o non-tempo, che vive di una dimensione mai confinata. Il tempo cronologico è il tempo diritto, che si misura in un prima e in un dopo, il tempo che prende, divora e inghiotte, che ci stringe e rinserra nel nostro tentativo, sempre maldestro e sempre sconfitto, di rinchiuderlo o fermarlo. È il nostro esperire il tempo in relazione a un oggetto, inafferrabile e mutevole come tutti gli oggetti dell’esistenza.
E poi c’è l’altro tempo, il tempo interiore, capiente e accogliente, il tempo circolare, che si apre e che contiene, e che più si apre più contiene. È il tempo custode e fecondo, che fa alleanza con tutto quello che siamo, che vive di spazio, respira di essere. Perché ogni giorno facciamo il tempo, ogni giorno cominciamo tutto il tempo che siamo.
Custodire, concepire. Il tempo e l'eccedenza (delle cose)
Custodire, concepire. Il tempo e l'eccedenza (delle cose), Mimesis/Filosofie 2021.
Ogni giorno viviamo il passaggio tra due forme di tempo, il tempo cronologico, profano o lineare, e il tempo interiore o non-tempo, che vive di una dimensione mai confinata. Il tempo cronologico è il tempo diritto, che si misura in un prima e in un dopo, il tempo che prende, divora e inghiotte, che ci stringe e rinserra nel nostro tentativo, sempre maldestro e sempre sconfitto, di rinchiuderlo o fermarlo. È il nostro esperire il tempo in relazione a un oggetto, inafferrabile e mutevole come tutti gli oggetti dell’esistenza.
E poi c’è l’altro tempo, il tempo interiore, capiente e accogliente, il tempo circolare, che si apre e che contiene, e che più si apre più contiene. È il tempo custode e fecondo, che fa alleanza con tutto quello che siamo, che vive di spazio, respira di essere. Perché ogni giorno facciamo il tempo, ogni giorno cominciamo tutto il tempo che siamo.