La Vita di Milarepa

Prima traduzione italiana della agiografia di Milarepa, il Maestro buddhista vissuto in Tibet tra nell’XI-XII secolo.

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Note sull'Autrice

"Oggi è un buon giorno per cominciare, per continuare..."

GTSANG SMYON HERUKA, La Vita di Milarepa
Introduzione, traduzione dal tibetano, note e glossario a cura di C. Gianotti, Classici delle Religioni, UTET, Torino 2001 (pp. 348) Ristampa UTET Libreria, Torino 2004.

Il volume presenta la prima traduzione italiana completa condotta sull’originale tibetano della più estesa agiografia, in prosa e versi, relativa a Milarepa ( Mila Vestito di Tela), il Maestro buddhista vissuto in Tibet tra nell’XI-XII secolo.

Mi la ras pa, che però si pronuncia Milarepa (1040-1123), è sicuramente il più famoso e amato yogin tibetano: fu mago, poeta ed eremita. Visse nell’XI secolo, ma la sua memoria è ancora viva in Tibet come quella di una personalità scomparsa da poco.
Nato da una ricca famiglia di contadini, perde il padre in giovane età e viene gettato nella miseria più nera dalla rapacità dei parenti che lo riducono in schiavitù, privandolo delle sue immense ricchezze. Dal quel momento vota la sua vita a un solo scopo: la vendetta, che consumerà nel modo più brutale e spietato, grazie alla sua profonda conoscenza della magia nera, arte che la madre lo ha istigato a imparare. Ma proprio questo trionfo gli rivela la malignità dei suoi poteri. Segnato dal rimorso che lo divora, Milarepa inizia allora il suo cammino di purificazione verso la redenzione e l’illuminazione. Trova la sua guida in Mar pa, un lama rude e beffardo che, in un continuo alternarsi di crudeltà e durezza, costringe il suo discepolo in un vicolo cieco da cui soltanto la fede potrà liberarlo.
Superando prove al limite della sopportazione umana, Milarepa procede così grado per grado fino alla conoscenza suprema, acquistando i miracolosi poteri dell’illuminato.
Autobiografia e insieme dottrina, libro sacro e cammino di iniziazione e di conoscenza, La vita di Milarepa, tramandata oralmente fino al Medioevo, conserva intatta ancora oggi tutta la sua forza e la sua freschezza e, come tutti i grandi classici, non attende di essere messa alla prova dai lettori ma vuole metterli alla prova, aprendo per chi, come Milarepa, sappia reggere questo impervio itinerario di conoscenza, una dimensione di libertà spirituale altrimenti inconcepibile.

Questa edizione, curata da Carla Gianotti e condotta per la prima volta sul testo originale tibetano, nella trascrizione di gTsang smyon Heruka (il “matto” di gTsang) della fine del XV secolo, ci fa cogliere con straordinaria evidenza tutti i livelli di lettura di questo ricchissimo testo, grazie agli accurati apparati critici, strumenti di incomparabile valore scientifico e contemporaneamente insostituibili compagni nella lettura.

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